quando una copy va allo stage, di Flavia Brevi

Appunti, più o meno giornalieri, di una studentessa di Scienze della comunicazione.

Wednesday, December 27, 2006

Quinto appunto, Vita da stagista.

Con 87 ore all'attivo, mi sento ormai una copy-stagista affermata. Il mio incedere in ufficio si fa sempre più deciso e sicuro. Lo sguardo, fiero e altero, mira dritto al suo obiettivo. La voce, più ferma e risoluta, non ha più paura di dire la sua. Rapidamente sono riuscita a sentire questa agenzia come mia da tempo, e a sentirmi parte di questo ambiente da sempre. Ciò credo sia dovuto tanto ad una predisposizione naturale di camaleontismo, quanto al metodo shock di copy-capo. Per metodo shock intendo che copy-capo non mi ha mai trattata da stagista, ma, da subito, come una vera e propria copy. Dunque, niente mi è stato spiegato, che io sapessi era dato per scontato; nessuno sconto e full immersion totale nelle vesti della pubblicitaria. Niente di meglio (e di più spaventoso) per imparare presto e bene. Il primo lavoro che mi è stato affidato era per un'importante azienda che produce cemento e che primeggia nel suo settore in Europa. Si trattava (come già accennato nel primo appunto) di un'operazione di naming. Poi seguirono bodycopy, headline, con annesse bozze di visual, annunci per i giornali, testi per brochure, lettere e anche marketing plan. Ora siamo giunti alle prime sceneggiature e agli story board per gli spot televisivi. Per fortuna, non mi sono mai "accontentata" di quel che ho imparato all'università e, per essere totalmente sincera, molto più utili si sono rivelate le letture da autodidatta e quel fantastico mondo chiamato Internet. I pubblicitari, si sa, sono grandi comunicatori e non possono lasciarsi sfuggire le opportunità offerte da un mezzo tanto democratico quanto potente: siti e blog sull'argomento si sprecano. Quindi, nessun tutor per me, ma tanti maestri da cui imparare. Certo, non è stato subito un successo, inizialmente sono stata criticata per uno stile troppo creativo e "femminile" (cioè caldo e poetico); giudizi a cui (ma solo nella mia mente!) ho replicato accusando gli altri di manierismo vecchio stampo ed eccessiva retorica. Ma qualcosa deve essersi smosso: le correzioni ai miei testi diminuiscono di giorno in giorno, il lavoro aumenta, le responsabilità anche. Non pensate ad una mia metamorfosi, però: semmai preferisco parlare di una mutua e reciproca influenza tra me e copy-capo.

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