quando una copy va allo stage, di Flavia Brevi

Appunti, più o meno giornalieri, di una studentessa di Scienze della comunicazione.

Wednesday, December 27, 2006

Settimo appunto, Stagista dalla N alla Z.

N: NULLITÀ. Cercheranno di farvi sentire così. Voi pensate che, se lo fanno, o è per spirito di autoconservazione, per autodifesa (la gioventù già fa invidia di per sé, figuriamoci se è promettente), oppure perché anche loro hanno subito lo stesso trattamento.
O: OSTINAZIONE. Già agli albori della vostra carriera comincerà una leggera forma di mobbing. In realtà, è il concetto darwiniano della selezione naturale trasposto in ufficio (che, si sa, è anch'esso una giungla). Per scoraggiarvi, cercheranno di lasciarvi inattivi e rifilarvi meno lavoro possibile. Non aspettate: chiedete e (prima o poi) vi sarà dato. Se il capo continua ad ignorarvi, passate alle maniere dure: perseguitatelo. Non scherzo: continuate a camminargli a pochi centimetri dalle sue spalle. Prima o poi cederà, se non altro per disperazione.
P: POSTO. Sia nel senso di saper stare al proprio posto, sia nel senso di professione. Per evitarvi brutte disillusioni, allenatevi a pensare che il contratto a tempo indeterminato sia una leggenda metropolitana, il co.co.co un diamante raro e lo sfruttamento oro colato (perché, se lo fanno, significa che la sostanza c'è).
Q: QUALITÀ E QUANTITÀ. Da coniugare, ovviamente. Se per il resto del mondo è impossibile, per voi è dovere. Scrivere velocemente e bene è la base di partenza, non una dote che avete in più.
R: RISPETTO. Saranno anche gelosi, avranno anche loro passato momenti difficili come i vostri, ma ciò non è una giustificazione per non rispettarvi. Da leggersi, per il mio caro account: il fatto che io sia nel tuo stesso ufficio pur avendo meno della metà dei tuoi anni dovrebbe per te essere fonte di paura, non di snobismo.
S: SORPRENDERE. Se avete seguito il consiglio della lettera A (ATTENZIONE), saprete cosa ci si aspetta da voi. Quindi cercate anche di fare quello che da voi non ci si aspetta. Anticipare le mosse di copy-capo è la cosa che più mi riesce meglio. Per esempio, se lui mi dice che il giorno dopo mi affiderà il bodycopy di una pubblicità per biancheria intima, io, zitta zitta, rubo (meglio, prendo in prestito) il briefing, me lo porto a casa e il giorno dopo arrivo in ufficio con il lavoro già fatto. Che poi è quasi sempre da modificare. Ma l'effetto è garantito.
T: TALENTO. Grande cruccio dello stagista. Perché è proprio il tirocinio il vero banco di prova. La conferma di avere talento non comporta l'assunzione, la smentita di possederne porta alla crisi esistenziale.
U: UNIVERSITÀ. Scoprirete che non vi è stata inutile, ma, certo, nemmeno sufficiente. Banale ma vero, gli esami non finiscono mai.
V: VOLONTÀ. Abbiatene "un sacco e una sporta". Cercate di rimpinguare il vostro apprendistato con attività esterne ma sempre attinenti al vostro settore. Esempio tangibile? Questa mia rubrica in Segnal'etica, ma guai al primo che mi copya!
Z: ZUCCHERO (un poco). E la pillola va giù. Mi rendo conto di essere stata un po' pessimista in questo alfabeto: tranquillizzatevi, i momenti felici ci sono. Può essere un complimento fattovi dal copy-capo, una bella discussione sulla pubblicità con l'art-director, la foto di gruppo per i biglietti d'auguri di Natale dell'agenzia. Piccoli momenti di pura felicità, da assaporare come quando da piccoli si andava a trovare la nonna (che, da bambini, è sempre un po' un sacrificio) e si aveva in dono la caramella.

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